mercoledì 28 agosto 2013

SFUMATURE DI AZZURRO

Sfumature di Blu all'Isola dei Conigli (Lampedusa) nel Mese di Luglio 
Non mi piace l'estate che finisce. Non sono una di quelle persone che ama le giornate malinconiche di settembre al mare, quando i colori si fanno più intensi e pastosi, l'aria più tersa e tirata. Quegli stessi giorni in cui comincia a rinfrescare, dopo i temporali e le mareggiate di agosto, e la notte serve una copertina di cotone leggero. A me il mare piace a luglio, quando la canicola e la calma piatta non muovono una bava di vento e i colori del mezzogiorno sbiadiscono e sfumano in tonalità di pastello intenso, luminose, accecanti. Amo quelle giornate roventi, cariche si sale e sole, quelle notti passate nel letto senza lenzuola, a leggere libri leggeri come una piuma. Le letture estive devono essere azzurre, lievi come un alito di vento, appaganti come un sorso d'acqua nella calura del deserto. Ho visto tanti mari nei luglio di tutta la mia vita, il mare è solo acqua che riflette il cielo, e l'acqua e il cielo sono uguali ovunque, eppure ogni luogo è diverso dall'altro. Ho viste tutte le sfumature dell'azzurro di un mare in tempesta nel luglio invernale dell'emisfero australe. Perché luglio non sempre significa estate, non sempre vuol dire cielo terso e mare piatto. A La Pedrera, luogo un tempo hippy e rilassato, poco lontano da Punta del Este in Uruguay, il mare a luglio è una furia potente, schiumosa, intensa, gonfia di vento e sale. Le onde grandi si abbattono sulle rocce e sulla spiaggia in un ritmo cadenzato, lo spettacolo è maestoso senza avere il grigiore del mare d'inverno. Le sfumature di blu del mesi estivi, dicembre, gennaio e febbraio, sono più simili al nostro settembre che al nostro luglio, invece le sfumature dei mesi invernali sono più vicine al nostro luglio che al nostro gennaio. Nei lugli della mia infanzia ho visto la calma piatta del Mar Rosso quando era ancora un luogo solo per pesci, pescatori e qualche avventuroso turista. Acqua ferma blu intenso, cielo senza nuvole, il deserto tanto vicino che si poteva toccare con la mano. A contrasto di questi momenti di luce bianca desertica ho avuto i luglio sul Mare del Nord. Acque che stemperavano l'azzurro dell'acqua nel grigio del cielo e prendevano quella sfumatura strana, più vicina ad una divisa militare che ad un mare estivo. Lo stesso colore, la stessa acqua ghiacciata che mi sono portata dietro nelle mie estati britanniche e nelle gite sul mare, più correttamente l'oceano, del Galles, dove passeggiavo su infinite spiagge di sabbia battute da un vento fresco e intenso. Tanto intenso da giustificare l'uso dei frangivento, altrimenti infrequentabile se non vestiti di tutto punto. Gli stessi frangivento che ho trovato sulle spiagge oceaniche del nord del Portogallo, dove erano fondamentali per non uscire smerigliati dalla sabbia come se fosse carta vetro sul corpo abbronzato. L'azzurro del mare ghiacciatissmo, a luglio come a gennaio, era magico e evocatore di viaggi verso continenti nuovi e selvaggi. Dall'altra parte, oltre il filo dell'orizzonte, con un po' di immaginazione si poteva pensare alle spiagge bianche e tiepide dei Caraibi. Le spiagge delle Antille, delle Grenadine, di Cuba, che sfumano in tutte le varietà di azzurro esistenti, da un celeste chiarissimo quasi trasparente ad un blu cobalto intenso e profondo. Che sia luglio, febbraio o aprile. E poi ci sono le sfumature dell'oceano brasiliano, che loro chiamano vezzosamente mare, e che hanno sempre una vaga sfumatura di verde, quello stesso verde della foresta che lambisce la spiaggia, forte, deciso, impenetrabile. Come il Brasile. E ancora, l'azzurro profondo eppure un po' grigio dell'Oceano Pacifico sulle coste della California, visto passeggiando a Malibu, sulla sabbia dorata dalla grana grossa e l'aria tersa, mentre i surfisti con la muta cavalcavano le onde di un mercoledì che non era da leoni. E alla fine, dopo tanti mari stranieri, ho visto divine sfumature di azzurro una mattina di luglio nel Mar Mediterraneo. Davanti a me l'acqua si stemperava in un chiaroscuro sublime, incomparabile, assoluto. Sotto di me c'era la Spiaggia dei Conigli a Lampedusa, inarrivabile nella sua selvaggia bellezza. Accessibile nella sua affollata socialità.
Blu, azzurro, turchese, verde, e poi c'è il mare d'inverno, quello in tempesta, sotto al cielo grigio, con l'aria gonfia di sale, di odori di alga, pesce e pensieri, color piombo fuso, strapazzato dal vento, battuto dalla pioggia. Grigio, eppure così azzurro nel mio ricordo di lugli passati.

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