mercoledì 3 luglio 2013

INCIDENTE INTERNAZIONALE

Ameno luogo di vacanza, dove i russi andavano cento anni fa e ora sono tornati.

L'altro giorno, lunedì primo luglio, avrei dovuto scrivere il racconto per questa settimana, una cosa divertente e carina, ma purtroppo un inconveniente mi ha impedito di farlo. Un inconveniente composto da una famiglia di cinque russi a bordo di un'auto a noleggio che ha pensato bene di viaggiare contromano e, ancor più opportunamente, di venire a sbattere contro il muso della mia macchina che procedeva dal lato giusto della strada. Io scendevo da una strada di campagna, asfaltata e corredata da tutti i segnali consoni al codice della strada, loro venivano in su allegri, suppongo, dopo una mattina di giri e divertimenti. Percorro quella strada da anni, molti anni, e per abitudine ho frenato perché c'è una curva e so che subito dopo c'è uno STOP, e per fortuna che ho frenato. Il guidatore dell'altra auto non ha nemmeno pensato di farlo, il volto intento, la faccia di marmo, immobile come se fosse normale vedere il muso di un'altra macchina che procede in senso contrario. Poi il contatto, muso contro muso. Sclock, ha fatto il cofano della mia utilitaria ormai considerata un pezzo d'antiquariato in famiglia. Il mio sguardo atttonito hanno comunicato al guidatore e passeggeri dell'altra auto che forse era successo qualcosa di strano. Sono scesa, le gambe di gelatina e una leggera nota di panico nella voce ho detto "Un po' contromano, non vi pare?". All'urlo di "Sory, Sory", in una cacofonia di inglese con pesante accento russo, sono scesi tutti dalla macchina, alla vista di cinque biondi, di età e dimensioni diverse quasi mi sono spaventata di più che per l'urto. "You spik inglisssh?", temo sia tu a non parlarlo bella bionda, ho pensanto mentre, appunto, una bella biondina, occhi azzurri e sorriso accecante cercava di spiegare che non aveva i documenti dell'auto, anzi li aveva, ma non erano presenti fisicamente a bordo. Doveva andare a prenderli, seeee, già, e come, in macchina? Sorrideva, io fingevo una durezza e una spavalderia che non avevo. Alle due del pomeriggio del primo luglio faceva un bel caldino consono alla stagione, l'idea di stare sotto il sole a picco era invitante come camminare sui vetri, avevo sete, le gambe si erano fermate e il suggerimento della signorina di andare a recuperare i documenti non mi è parsa una cosa particolarmente divertente. Ho chiamato nell'ordine: mio marito, un'amica che parlava russo, un amico carabiniere, la Polizia Locale, e ho aspettato. Sono arrivati nell'ordine l'amica che parlava russo, mio marito, l'amico carabiniere, la Polizia Locale. Disquisizioni, supposizioni, firma di verbali, il sole sempre più a picco. La sete selvaggia. Il cervello in ebollizione. La testa leggera. Ho passato le ore successive in un consono stato di shock. Dal rilievo effettuato risultava che avevo ragione, da vendere, e i russi si sono presi un bel multone, l'assicurazione prima o poi pagherà e con uno dei poliziotti abbiamo concluso che la prossima volta che decido di fare un frontale con un'auto, di italiani o russi, è necessario scegliere un posto all'ombra.

Da domani ricette di ispirazione russa. D'altronde un blog che parla di viaggi, estero e ricordi non poteva che riportare un incidente stradale dal sapore internazionale.
Le due auto che si sono incontrate e, forse, piaciute

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